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VIA CORRENTI

 

Struttura dell’edificio e vicissitudini storiche


Il fabbricato, di forma ad "L" e dimensioni massime m 24,00x12,00, è composto da un piano interrato e da cinque piani fuori terra per un altezza complessiva in gronda di circa m 18,00. La struttura é mista, muratura portante e telai in conglomerato cementizio armato con solai in latero-cemento e coperto di legno. Pur essendo un unico corpo di fabbrica, possono individuarsi tre porzioni strutturalmente organizzate in maniera differente. Nell'ala ovest le linee portanti sono parallele a Via Marco Emilio Lepido e sono  costituite dai muri esterni, da un muro di spina dal lato della via e da un telaio in conglomerato cementizio armato a quattro campate dal lato del cortile. La porzione d'angolo fra Via M. E. Lepido e Via Correnti ha invece i solai orditi in direzione opposta e le linee portanti sono costituite dal muro esterno su Via Correnti, dal muro ad esso parallelo che delimita il negozio Computer And Service s.r.l. e da un telaio centrale a tre campate in conglomerato cementizio armato. Infine, l'ala nord ha una struttura in muratura costituita dai muri esterni paralleli a Via Correnti e da un muro di spina. Non sono disponibili informazioni sulle fondazioni; vista la tipologia strutturale del fabbricato e data l'età, possono ipotizzarsi fondazioni nastriformi per le murature e a plinto per le pilastrate in conglomerato cementizio armato. Essendo comunque chiara la genesi del fenomeno fessurativo, non si è ritenuto di fare saggi in questa fase. Nel momento in cui il Condominio deciderà di intervenire con un consolidamento, sarà necessario eseguire preventivamente alcuni rilievi sulle fondazioni, calibrati sulla tipologia di consolidamento adottato, per stabilirne l'effettiva consistenza, le dimensioni e la profondità di posa. Il quadro fessurativo rilevato, ed in particolare le lesioni diagonali presenti a tutti i piani sui muri ortogonali alla testata ovest del fabbricato, testimoniano l'esistenza di un fenomeno localizzato di subsidenza che interessa appunto l'estremità del'ala ovest della costruzione. Vi è sostanzialmente un cedimento di fondazione del muro a confine col giardino del civico 13 di Via Marco Emilio Lepido che coinvolge anche le estremità delle strutture ortogonali. Nel resto del fabbricato non sono emerse lesioni attribuibili a dissesti statici.

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Piano interrato

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Primo piano

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Primo piano

Primo piano

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Secondo piano

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Terzo piano

Terzo piano

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Quarto piano

Ritiro terreno del cortile ovest

Inquadramento geologico e geotecnico

 

Le indagini effettuate sul terreno mostrano l'esistenza di un sottosuolo  litologicamente omogeneo costituito da un limo argilloso debolmente sabbioso, almeno fino a circa sei metri dal piano di campagna, profondità alla quale la sonda si è arrestata per la notevole compattezza. Le indagini di laboratorio sui campioni prelevati hanno permesso di stabilire che si tratta di materiali che presentano forti variazioni di volume nel momento in cui varia il loro contenuto d'acqua. Infatti, il valore del Ritiro Lineare determinato per i due campioni sottoposti a prova (RL≈15%) sta a significare che in caso di completo essiccamento la superficie del terreno si abbasserebbe di circa 15 cm per ogni metro di profondità interessata al fenomeno. Si tratta ovviamente di una situazione limite che però rende l'idea dell'ordine di grandezza dei cedimenti. In queste situazioni, le variazioni di umidità di qualunque origine (variazioni climatiche, evapotraspirazione, infiltrazioni d'acqua ecc.) che interessano gli strati di terreno al di sotto di parte delle fondazioni di un fabbricato provocano variazioni di volume localizzate del terreno e, di conseguenza, stati coattivi  (sollecitazioni) sulla struttura. Dalla comparazione dei grafici relativi ai valori di umidità riscontrati nei due sondaggi effettuati si rileva una forte differenza del contenuto d'acqua fra la testata ovest del fabbricato e la facciata su Via Correnti. In particolare dal lato ovest (Saggio n. 1) le umidità misurate sono in gran parte al di sotto del limite di ritiro (line a verde). Al contrario dal lato di Via Correnti (Saggio n. 2) il contenuto d'acqua è prossimo al limite plastico (linea gialla). E' evidente, dunque, che all'estremità ovest del fabbricato il terreno ha subito un forte essiccamento ed una notevole diminuzione di volume. Detti fenomeni sono denunciati anche dal palese abbassamento del livello del giardino del civico 13 di Via Lepido che risulta oltre 20 cm più basso della base dell'intonaco della facciata completamente rifatto 17 anni fa. Di seguito si riporta un confronto ragionato dei grafici delle umidità relativi ai due sondaggi eseguiti. Il rilievo dello stato fessurativo ci dice che vi sono lesioni solo nell'estremità ovest del fabbricato e che dette lesioni sono riconducibili a cedimenti di fondazione della medesima porzione di fabbricato. Parimenti le indagini geotecniche effettuate mostrano che le fondazioni dell'estremità ovest del fabbricato poggiano su uno strato di terreno che ha subito nel tempo notevoli fenomeni di ritiro.

Di conseguenza la situazione è chiara, il dissesto statico è dovuto all'essiccamento del terreno di fondazione dell'estremità ovest del fabbricato. Inoltre, esaminando la situazione esterna ci si rende conto che il fabbricato è completamente circondato da pavimentazioni bituminose (asfalto) tranne che sul lato ovest dove confina con un parco dotato di parecchi alberi ad alto fusto e di grosso diametro, alcuni dei quali molto vicini al muro. E' dunque evidente che l'essiccamento è dovuto essenzialmente a fenomeni di evapotraspirazione.

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Stratigrafia del sito in esame

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Condizioni al contorno e posizionamento sondaggi

Caratteristiche fisiche e granulometriche

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Variazione dell'umidità con la profondità

Progetto dell’intervento

 

Esaminando brevissimamente gli interventi di consolidamento disponibili si perviene alle seguenti considerazioni. Un intervento di sottofondazione non ha senso in quanto occorrerebbe approfondire il piano di posa oltre la profondità soggetta ad essiccamento che  allo stato attuale supera i sei metri dal piano di campagna e che aumenterà nel tempo. Un intervento mediante iniezioni di resine non sarebbe risolutivo in quanto tale tecnica non è in grado di arrestare i fenomeni di ritiro e rigonfiamento dei terreni. Il consolidamento mediante micropali è la soluzione classica che però, essendo  piuttosto invasiva, presenta costi elevati e notevoli disagi in quanto occorre accedere agli scantinati con macchine ingombranti, dati gli spazi e le vie di accesso a disposizione. Inoltre un intervento parziale mediante micropali è sconsigliabile in quanto verrebbe a crearsi una forte discontinuità nell'interazione terreno-struttura fra la parte consolidata ed il resto. In pratica la parte palificata diventa fissa mentre il resto del fabbricato può essere soggetto a lievi escursioni dovute alle variazioni di umidità. La tecnica di consolidamento HBC, invece, consiste nella realizzazione di un impianto in grado di ripristinare e mantenere l'umidità del terreno di fondazione della porzione di fabbricato lesionata in modo da evitare cedimenti e rigonfiamenti differenziali e, conseguentemente, sanare i dissesti statici da essi originati. Pur essendo sempre consigliabile un intervento globale sull'intero fabbricato in modo da non creare discontinuità di comportamento del terreno, in questo caso, a parte l'anomalia verificatasi all'estremità ovest del fabbricato, il contesto si presenta piuttosto omogeneo per cui è fattibile un impianto localizzato che ripristini le condizioni di umidità iniziali. Sostanzialmente, poichè dal lato di Via Correnti l'umidità del terreno è prossima al valore di saturazione, poichè le condizioni al contorno sono le stesse da tutti i lati (tranne ovest) e poichè il resto fabbricato è integro e sano, è possibile intervenire solo sul lato ovest. Il progetto di consolidamento prevede la messa in opera, in prossimità del muro lato ovest, di un impianto HBC costituito da una linea di diffusori verticali, opportunamente realizzati e spaziati, collegati ad un dispositivo di controllo e gestione, che permette di fornire acqua al terreno se, quando e dove serve indipendentemente dalle cause che generano le variazioni di umidità. La soluzione ottimale sarebbe quella di realizzare l'impianto all'esterno del fabbricato nella proprietà confinante (occorre il permesso del vicino). L'impianto sarebbe totalmente interrato ed il pozzetto d'ispezione potrebbe essere collocato nella proprietà condominiale. L'alternativa è il posizionamento all'interno del fabbricato lavorando nelle cantine, ovviamente con costi maggiori. L'acqua potrà essere derivata dalla lavanderia mentre il controllo potrebbe essere fatto meccanicamente risparmiando l'impianto elettrico.

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Planimetria dell'impianto HBC